Pietro Granato - Azienda Cellito
Pietro Granato, dipendente del Salumificio "Cellito"
"Mi chiamo Pietro Granato, vivo a Caselle in Pittari, ho 42 anni e da circa dieci anni lavoro nel salumificio - un'azienda nata quasi da vent'anni, di cui è proprietario Gianni Cammarano, che ha deciso di ritornare sul territorio dopo un'esperienza a Milano.
Questa è una piccola azienda: siamo quattro dipendenti in tutto, e cerchiamo ogni giorno con il nostro lavoro di creare un prodotto di qualità.
In azienda mi occupo un po' di tutto; ovvero curo la lavorazione, il sezionamento dei maiali e l'insacco.
Il lunedì, generalmente, macelliamo. Il martedì, invece, sezioniamo le carni e decidiamo cosa è destinato a diventare salsiccia, soppressata, prosciuttello o capicollo. Il giorno dopo insacchiamo, utilizzando unicamente sale marino e altri generi di spezie quali il peperone dolce, il finocchietto selvatico e il pepe. Ciò che contraddistingue il nostro prodotto - oltre all'assenza di conservanti, che è fondamentale - è la stagionatura lenta. Ci sono alcuni prodotti, come la salsiccia, che devono restare appesi per 40 giorni; altri invece, come i culatelli, che arrivano a 13-14 mesi di stagionatura.
La qualità delle materie prime è fondamentale. Un maiale che ha vissuto bene, che è stato allevato bene, è la base per fare un buon prodotto.
Qui lavoriamo con dei maiali pesanti, sui 150-160 kg, e di base il nostro mercato è il Cilento.
Io ho cominciato a lavorare in azienda nel 2012, cogliendo quest'opportunità dopo un'altra esperienza nel campo della lavorazione delle carni. Fin da piccolo, ho sempre avuto la passione dell'allevamento - non a caso, ancora adesso continuo a crescere una piccola mandria di bovini, che porto avanti con relativi sacrifici. Ma la passione non richiede sacrifici, è una cosa che viene naturale.
In passato ho provato anche ad andare via: sono stato qualche mese a Milano, dove vive mio fratello, che ha la sua impresa, il suo percorso totalmente diverso dal mio. Ma mi sono accorto ben presto che non ero felice. Quando mi alzavo la mattina facevo fatica a fare qualsiasi cosa. E magari il lavoro che faccio qua è molto più pesante di quello che svolgevo lì; però è ciò che fai e dove vivi che ti può condizionare. Vivere fuori dalla mia terra mi è riuscito difficile. E oltre al reddito, il motivo principale del mio ritorno è stata la passione. Le passioni mi hanno reso parte del territorio.
Oggettivamente, in questo momento, il territorio si sta spopolando: nei nostri paesi stiamo assistendo a un flusso netto, a parte le poche nascite. I giovani stanno andando via; e mi rendo conto che per una persona che ha intrapreso un percorso di studi ritornare qui dopo aver vissuto a Roma o a Milano non è affatto facile.
Quando sento le parole eroe, resilienza, resistenza, penso che non mi appartengono, perché quello che faccio lo faccio aldilà degli eventi avversi. È un percorso naturale".
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Pietro Granato
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